1. Introduzione
 

"Le musiche non sono nate tradizionali", insiste Jean-François Bernardini del gruppo I Muvrini, "tradizionali lo diventano, col tempo" (intervista, 1995). Immagino che molti di noi abbiano una scatola con l'etichetta di musica tradizionale, dentro la quale siamo contenti di infilare alcuni tipi di musica e non altri, e forse saremmo d'accordo nel dire che stili e generi contemporanei o evolutisi di recente non vi figurano con la stessa importanza di quelli di generazioni passate. Forse questo può sembrare ironico e allora viene da chiedersi, di tanto in tanto, cosa - fra le chiassose espressioni musicali che caratterizzano i nostri giorni - troveremo nella scatola del "tradizionale" fra un paio di generazioni. In Corsica, negli ultimi anni, questo quesito ha ispirato molti dibattiti infuocati, e ciò è in parte dovuto alla presenza del fenomeno del "gruppo", il quale, con le sue relative dialettiche, è uno fra i principali protagonisti di questo articolo (1).

 

2. Aspetti dell'attività di "gruppo" in Corsica
 

Come in molte altre parti della regione del Mediterraneo, la musica tradizionale in Corsica ha visto un lento e progressivo declino durante i decenni a metà del XX secolo. (Uso qui il termine "tradizionale" in riferimento ad un tipo di materiale che, in un passato piuttosto recente, sarebbe stato preso in considerazione da un etnomusicologo o da un raccoglitore di musica popolare grazie al suo essere rurale, pre-modernizzato e quindi, supponiamo, anche incontaminato.) In particolare, mano a mano che gli esecutori di un tempo passavano ad uno stile di vita quasi urbano, si sentivano sempre meno canzoni monodiche associate ad occasioni specifiche o a rituali, spesso improvvisate secondo le circostanze del momento; le canzoni polifoniche, invece, si dimostravano più tenaci grazie all'indipendenza dal loro contesto originale di esecuzione, e la conseguente adattabilità a nuovi contesti nei quali erano capaci di assumere nuovi significati (vedi Bithell, in corso di stampa).

Un processo generale di "modernizzazione" e urbanizzazione come si può trovare in altre parti del mondo non giustifica, d'altro canto, la particolare direzione presa dagli sviluppi musicali della Corsica negli ultimi 30 anni. Uno dei fenomeni più significativi durante questo periodo è stata la nascita di un numero considerevole di gruppi stabili originatisi dal gruppo Canta u Populu Corsu, che si formò come spalla del gruppo autonomista e che giocò un ruolo significativo nella rinascita culturale, o riacquistu alla quale contribuì dall'inizio degli anni '70 (2). Oggi, quasi trent'anni dopo, ci sono due generazioni di gruppi che si sono dedicati in diverso modo all'avanzamento della causa della cultura, con nuovi gruppi che costantemente arrivano sulla scena, e, nei supermercati e negozi di dischi della Corsica, si possono trovare oltre un centinaio di titoli eseguiti da gruppi affermatisi a partire dagli anni '70 (3). Ci sono quelli che sottovalutano le attività e le produzioni di questi gruppi considerandole semplicemente "revival" e, di conseguenza, "inautentiche" o perlomeno sospette. Quello che è accaduto in Corsica, però - e ci si deve ricordare che questa è un'isola di sole 240.000 persone circa, con una popolazione che nei villaggi dell'interno, durante i mesi invernali, si riduce ad una ventina o meno di abitanti - è che molti dei figli dei maggiori cantori dei villaggi che si possono udire nelle registrazioni sul campo eseguite prima del 1975 - cioè, gli eredi diretti di tradizioni molto specifiche di vari villaggi - ora cantano in alcuni dei gruppi professionisti. Jean-François e Alain Bernardini del gruppo I Muvrini, ad esempio, sono i figli di Ghjuliu (Jules) Bernardini - considerato (anche dopo la morte) come uno dei pilastri della tradizione - uno dei più rinomati fra i cantori "tradizionali" del villaggio di Tagliu e uno degli esecutori principali nelle registrazioni sul campo fatte da Quilici, Laade e altri, incise fra il 1948 e il 1973. Nel gruppo Voce di Corsica ci sono un insieme di cantanti - Petru Guelfucci, Filippu Rocchi, Benedettu Sarrocchi - membri delle maggiori famiglie di cantanti dei villaggi di Sermannu e Rusiu che hanno avuto un ruolo centrale nelle raccolte di registrazioni sul campo (4). Infatti, anche alcuni dei cantanti più giovani hanno cantato, da adolescenti, con i loro padri e zii in alcune di queste registrazioni.

Questo fatto ha due conseguenze. La prima è che questi cantanti possono legittimamente reclamare di essere cresciuti nel cuore della tradizione e di essere fra i suoi esponenti più autentici (anche se alcuni dei loro compagni di gruppo si sono convertiti più di recente). La seconda è che se escludessimo questi gruppi dalla nostra valutazione della musica dell'isola allo stato presente, sarebbe allora difficile trovare, fra i molti giovani cantanti, quelli che operano puramente in quello che potremmo definire le forme tradizionali. La nostra conclusione allora sarebbe che la "tradizione" con tutti i suoi intenti e scopi stia lentamente morendo con la vecchia generazione. Bisogna anche tenere presente che, se per la maggior parte di questi gruppi professionali i tour dei concerti e la preparazione dei futuri Cd può essere diventato uno stile di vita, gli altri riescono ad operare nei due mondi del commercio globale e della comunità locale in un modo che rende poco pratica la dissociazione fra la tradizione "vivente" o popolare e le attività del gruppo.

Il gruppo Voce di Corsica registrato dal vivo nella fortezza di Corte, casa del Musée de la Corse, mentre prova per uno spettacolo televisivo (giugno 1995)


Molti dei gruppi includono nel loro repertorio una combinazione (in proporzioni diverse) di materiale proveniente dalla tradizione orale dell'isola e di composizioni originali, e qui i confini si confondono ulteriormente. Dal punto di vista di una audience non corsa (sia che si parli di esecuzioni dal vivo o di Cd), è spesso poco pratico o irrilevante discriminare fra gli arrangiamenti di pezzi tradizionali e pezzi composti di recente, in particolar modo quando questi ultimi sono in un idioma che non si discosta molto dal linguaggio della musica tradizionale. In molti casi, quindi, l'intero repertorio viene identificato con il "suono" o stile corso (5). Altrove (Bithell 1996) ho studiato il modo in cui il materiale tradizionale si sia evoluto per opera dei gruppi. In questo articolo la mia intenzione è quella di esaminare il modo in cui alcuni rappresentanti dei gruppi più importanti formulino e articolino, nelle loro composizioni, un loro senso di continuità con la tradizione.
Lo stile di canto paghjella, cantato fuori da un bar del villaggio di Rusiu, con la partecipazione di alcuni membri del gruppo Voce di Corsica, durante la Festa dell'Assunzione (agosto 1994).

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