Difesa ed illustrazione del principio del piacere

Mentre il Raï del lamento, della coscienza sventurata, si basa su di un discorso moralista (o in altre parole religioso, che si riferisce alle norme del passato), un discorso concomitante compare nel corso del compianto: amorale, non richiede giustificazione, incita alla trasgressione, e elogia l'amore fisico libero e ugualitario, l'alcool, ed i piaceri provati dall'assemblea di bevitori. La contraddizione tra questi due discorsi non disturba né la cantante né gli ascoltatori. Anzi, il Raï non ha mai esitato a giustapporre invocazioni a Dio, al Profeta ed ai santi coll'evocazione di pratiche condannate inequivocabilmente dalla religione, trasformando così questa stessa dissonanza in una delle caratteristiche dei suoi contenuti. In effetti l'aura solforosa che avvolge il Raï deriva dalla mescolanza intima di ideologie incompatibili, molto più che dalla natura piuttosto cruda dei suoi testi. Un'altra mescolanza causa un effetto atipico: quello degli spazi in cui si iscrive la canzone Raï. Il proibito si manifesta attraverso l'acquisizione di autonomia degli spazi; la trasgressione si basa, in parte, sulla confusione tra spazio maschile e femminile e tra spazio pubblico e privato.

Il fatto che le donne esprimano i propri desideri in maniera diretta è comunque alquanto sovversivo: parlano del corpo maschile e fanno inventari erotici, lodano il libertinaggio femminile e l'epicureismo misto; in breve, si prendono il diritto di presentare un controdiscorso in una zona relegata all'emozionale, ai confini della cultura popolare, senza chiedere scusa e nonostante l'affermazione incessante dell'impasse esistenziale e del malessere.

Il tono della provocazione può essere a volte leggero e la materia trattata apparentemente insignificante; di fatto è invece cruciale. A volte l'umorismo ne viene a far parte:

"La Zastava [automobile d'importazione che godeva di popolarità dieci anni fa circa; in altre versioni, o in altre canzoni, si fa riferimento ad altre marche], prendila e dammi il suo autista." (Zahwaniya)

Altre volte si fa uso di un tipo di ironia più pungente:

"Mi piacerebbe domandare agli studiosi se il bacio
interrompe il digiuno nella stagione dell'astinenza."

Quindi nella stessa canzone:

"Oh mio amato, guardarti è peccato, sei tu che mi hai fatto
interrompere il mio digiuno!/ Oh amato, guardarti è peccato,
sei tu che mi hai fatto 'mangiare' Ramadan! L'ho chiesto
agli studiosi; mi hanno detto: 'E' Dio che maledice Satana!'"
(Rimitti)

Ma la provocazione può essere più diretta:

"Interrompi il digiuno, giovane ragazza,
prenderò a mio carico il peccato che ne consegue." (Rimitti)

La cantante si presenta come capro espiatorio delle trasgressioni femminili, come redentrice delle peccatrici, ma anche come rammendatrice di strappi nella moralità, come si è visto in una sezione precedente.

"Strappa e taglia, che Rimitti rammenda!" (Alcuni vi hanno visto una metafora della verginità) (Rimitti)

Gli uomini possono sì prendere l'iniziativa, ed hanno il potere di prendere decisioni sessuali, ma così possono anche le donne. L'uomo diviene perciò oggetto di desiderio da cui si delinea un ideale fisico.

"Oh baffi di tigre ed aspetto di leone! Sì, e gli si confà, così come la voglia sotto i baffi." (Rimitti)

"Il mio amore ha il collo lungo ed il petto grande." (Zahwaniya)

"Il mio amore è ben fatto e ha i denti d'oro." (Rimitti—ana nebghih) [è di una generazione in cui le dentiere d'oro erano apprezzate sia per gli uomini che per le donne; non ho sentito citare questo criterio estetico nelle canzoni di cantanti più giovani]

"E' grosso e gli si confà; è ben fatto." (Zahwaniya)

"Colui che amo è basso e carino, ha vibrato nel mio cuore." [La si può interpretare come allusione più erotica?] (Rimitti)

Il canto è un invito all'unione con quest'uomo dal fisico imponente. 

"Pensavo che i baci m'avrebbero resa paziente, ma hanno solo fatto crescere (il mio desiderio). Mentre muoio per lui (lo amo)." (Rimitti)

"Il mio amore arriverà alla casa e faremo (l'amore) notte e giorno)." (Zahwaniya)

A volte l'erotismo è più torrido. 

"Dormire da sola mi ha intorpidito i fianchi, scaldami e coprimi!" (Rimitti)

"Lui mi ha strofinato la schiena ed io gli ho dato tutto." (Rimitti)

Lo si può esprimere sotto forma di metafora.

"Lascialo giocare sul cavallo impennato." (Fadéla)

"Oh mamma, una spiga affilata, il tormento e l'amore mi fanno impazzire!
Una spiga affilata e la passione mi fanno impazzire!" (Rimitti)

Un'espressione di valore reciproco riassume la relazione egualitaria, riuscita. La si deve intendere in senso sessuale.

"Prendo il mio amore, lui mi fa quello che voglio." (Zahwaniya)

"Gli faccio quel che vuole che gli faccia." (Zahwaniya)

Il libertinaggio è accompagnato da una concezione della vita gioiosa e libera. Questi liberi individui formano delle belle assemblee.

"Cosa c'è di meglio di una riunione di amici in intimità e con savoir-faire!" (Rimitti)

Tali piaceri sono correlati all'alcool:

"Chiamatemi, che porti la (birra) ghiacciata!" (Zahwaniya)

"Fate che mi giunga il bicchiere. E' bene dividere il bicchiere!" (Rimitti)

Può anche costituire il piacere supremo.

"Ah, quanto sarebbe bella una buona bronza di whisky!" (Djinya el Kebira)

La canzone di elogio al bere può andare ben oltre, come nella canzone di Rimitti:

"La gente adora Dio, ma io adoro la birra."

Rimitti non teme nulla. Come si è visto, è dotata di una vitalità esuberante e di un profondo senso della rivoluzione.

"Ahimè, ahimè, perché mi soffochi? Posso accettare di tutto, ma non il soffocamento"; e di seguito, nella stessa canzone, "La pazienza [virtù esaltata nelle donne e dalle donne per accettare la propria condizione] mi fa impazzire." (Rimitti)

Pilastro del Raï negli ultimi cinquant'anni, essa è riuscita, come s'è visto in precedenza, a gestire la sua carriera canora sottolineando alcuni aspetti della sua vita privata che sarebbero in genere motivo di duro giudizio e posizioni rigide; è divenuta così l'emblema vivente dei temi emozionali del Raï.

La regina del Raï, Chikha Rimitti in due stili diversi, tradizionale e moderno:

Yedegdegni (Lui mi importuna) (wav file: 254 kb)
Sidi Mansour (wav file: 236 kb)

Bisogna comunque cercare altrove quella sorta di manifesto generale del tipo di individualità femminile che trionfa nel Raï. Ciò è evidente per esempio nel matsalunis "non chiedetemi di spiegar(mi)", interpretato da Zahwaniya, che ha goduto di successo per diversi anni, e di cui ho già fornito un ampio estratto,

"Non chiedetemi nulla, lasciatemi piangere sul mio Raï!
Non chiedetemi nulla, lasciatemi fare ciò che voglio!"


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